
Cosa ci insegna Greta, la ragazzina svedese candindata al Nobel per la Pace
Essere umani ha a che fare con moltissime sensazioni, tra cui la consapevolezza di non poter controllare le cose e di sentirsi spesso inermi e piccoli di fronte ad eventi più grandi di noi. E contemporaneamente ha a che fare con il grande potere della fiducia e della responsabilità che ognuno di noi ha sulle proprie azioni e sui propri pensieri quotidianamente, nessuno escluso.
Ogni giorno incontro persone che credono di non avere potere sulla propria vita o che si sentono confuse perché non sanno cosa fare per cambiarla. E quello che faccio è aiutarle a cambiare idea.
Perché sono proprio le idee che popolano la nostra mente che cambiano tutto. Io lo faccio come Pollicino che spargeva briciole di pane lungo il cammino: un passo alla volta, una briciola alla volta nell’immensità di una foresta. E cerco di arrivare un po’ più lontano con questo blog, con Scegliti, con i miei profili sui social network.
Poi ci sono persone che danno una scossa a queste idee, come un terremoto. Sono persone come noi, semplici, comuni, che ci mostrano che non abbiamo limiti se non nella mente, che ci insegnano che nessuna persona è troppo piccola e nessuna azione tropo banale per fare la differenza.
Oggi tutto il mondo studentesco è sceso in piazza per sensibilizzare gli adulti contro il cambiamento climatico: ragazzi che chiedono a chi ha in mano il mondo e il futuro dell’umanità di averne maggiore cura perché è il loro futuro, appartiene a loro.
“La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli” recita la famosissima citazione di un discorso che un Capo Indiano fece nel 1852; ed è il messaggio che ci stanno lanciando i milioni di giovani scesi in piazza oggi. E dal mio modesto punto di vista hanno ragione.
Sai da cosa è nato tutto questo? Da un gesto piccolo, di una ragazzina svedese affetta da sindrome di Asperger: Greta Thunberg. Da agosto, ogni venerdì si rifiuta di andare a scuola e va a scioperare silenziosamente davanti al parlamento svedese. Con il caldo, con il freddo, con il sole o con la pioggia.
E a chi le diceva che era troppo piccola o troppo sola o le domandava cosa sperava di ottenere con i suoi scioperi solitari rispondeva: “Non saremo noi a cambiare il mondo, non si può aspettare che cresciamo. È necessario che i grandi agiscano adesso… Non mi fermerò. Non fino a quando le emissioni di gas serra non saranno scese sotto il livello di allarme”.
La sua storia ha fatto il giro del mondo e oggi Greta non è più sola: solo in Italia, in piazza ci sono 1 milione di ragazzi a manifestare con lei. Il suo impatto è stato così grande che è stata candidata al Nobel per la Pace.
Tutto questo è successo perché una mattina si è svegliata e ha girato a sinistra invece di girare a destra: invece di andare a scuola ha ascoltato una voce martellante nel cervello che le diceva “basta, devi agire, non puoi assistere inerme a tutto questo”. E non si è fermata, non ha pensato di essere troppo piccola o troppo sola per poter cambiare il mondo.
Oggi tutti quelli che non hanno voglia di fare la raccolta differenziata o di lasciare la macchina in garage e prendere i mezzi pubblici, riflettono sull’impatto che le loro azioni quotidiane hanno sul futuro del genere umano, grazie a Greta.
Questa storia mi ha emozionato come tutte le grandi storie emozionano i cuori: ci ispirano, ci danno fiducia, ci spingono ad agire e perseguire le cause in cui crediamo, non importa se non sono grandiose come salvare il mondo. Ogni causa ha valore se fa battere il cuore di qualcuno: avere un lavoro soddisfacente, esprimere noi stessi, costruire relazioni felici, equilibrate e appaganti, sono tutti obiettivi significativi perché le persone felici sono in grado di migliorare il mondo che le circonda.
Se ognuno di noi si impegnasse ogni giorno per cambiare il corso della propria vita, lamentandosi un po’ meno per ciò che non funziona e rimboccandosi le maniche, il mondo sarebbe un posto migliore e molti dei nostri problemi globali sarebbero risolti.
Sono molto grata a Greta e tutti i giovanissimi che oggi sono scesi in piazza per noi, per me, per la mia piccola Gaia Luna (che ancora non sa camminare, per la piazza ci sarà tempo). Non lasciamo che quella di Greta sia solo una bella storia, ma piuttosto chiediamoci quali sono le scelte che ancora non abbiamo fatto per paura di essere troppo piccoli per cambiare la situazione e agiamo di conseguenza.