Il significato profondo della Pasqua

Come la Pasqua può aiutarti a lasciarti andare alla vita

Siamo abituati a pensare alla Pasqua come ad una festività religiosa che ci permette di mangiare molta cioccolata senza sensi di colpa.

In realtà la Pasqua può essere molto più di questo per noi, anche per chi non è credente o non ama particolarmente la cioccolata (scelta incomprensibile per me, che mondo sarebbe senza cioccolata?! 😆).

Scopriamo insieme cosa possiamo imparare dalla Pasqua, osservandola da un punto di vista più ampio e meno religioso.

Non tutte le morti vengono per nuocere

L’aspetto più difficile da apprezzare secondo me è la sofferenza e la morte protagoniste della Pasqua: tanto dolore inflitto e accolto prima della Resurrezione.

Qual è il senso di tutto questo dolore? E perché ci riguarda?

Molto spesso, durante la nostra vita, viviamo periodi difficili, situazioni che ci stanno strette, confusioni, pesantezze… e spesso non sappiamo come uscirne o quando finalmente vedremo la luce in fondo al tunnel.

Potremmo sentirci persi, in balia degli eventi, e soprattutto potremmo non capire cosa serva fare per venirne fuori.

Spesso mentre li viviamo non riusciamo a cogliere il senso di questi momenti e questo “non capirli” aumenta la nostra confusione e può portarci ad odiarli e non trarne i preziosi insegnamenti.

Questi momenti arrivano nella nostra vita per molteplici ragioni, che hanno in comune una cosa importante: ci spingono a cambiare, a crescere, a trasformarci, cambiare pelle.

In un certo senso, ci permettono di risorgere.

Ma per poterci trasformare, è necessario prima di tutto accoglierli e iniziare a pensare che non siano nella nostra vita per nuocerci, ma che possano rappresentare una possibilità di crescita ed evoluzione.

E subito è indispensabile lasciar andare vecchi schemi di pensiero e vecchi modi di vedere le cose.

Smettere di pensare di essere impotenti, di non valere abbastanza, o che sia impossibile riuscire a realizzarci e costruire la vita che desideriamo.

Lasciar andare quelle maschere che abbiamo costruito per proteggerci dalla sofferenza, far cadere le barriere che abbiamo costruito intorno alle nostre fragilità.

Barriere e maschere che abbiamo creato da piccoli, quando eravamo davvero indifesi e fragili, e che ci calzano addosso come una seconda pelle.

Per questo farle cadere significa – per dirla in termini “pasquali” – un po’ morire.

O meglio, accettare che quell’involucro che abbiamo costruito intorno alla nostra anima, possa morire: ma solo per fare spazio alla parte più vera e potente di noi.

Cambiare pelle per rinascere

Anche i serpenti hanno molto da insegnare su questo tema: se vogliono crescere, in alcuni momenti della loro vita, devono cambiare pelle. È come se il corpo di prima non potesse più contenerli, perciò devono lasciarlo andare per formarne uno nuovo.

La morte infatti fa parte della vita: come lasciar andare quella pelle che ci stava stretta, fa parte della crescita.

Quanto costa mantenere salde quelle maschere e quelle barriere in termini di energia, vitalità e autenticità?

Quanto soffrirebbe un serpente se decidesse di contrastare quel processo naturale che è il suo cambiare pelle?

Quanto spesso lottiamo contro la vita, restiamo in situazioni che sappiamo non essere funzionali per noi, per paura di una trasformazione che sentiamo necessaria?

Ecco qui il senso della sofferenza: il dolore è importante perché senza la scomodità non ci decideremmo a cambiarla quella pelle. Senza sentirci stretti non ci lasceremmo andare alla vita… o meglio alla morte delle nostre maschere e barriere.

Più la scomodità è intensa e maggiori sono le probabilità di riuscire ad avere il coraggio di fare quella scelta.

So che è una riflessione difficile da mandar giù, ma prova a pensarci: senza scomodità e frustrazioni lasceremmo lavori sicuri? Senza sofferenza chiuderemmo relazioni ormai sterili?

Il dolore ci permette di accogliere la “morte” di quegli equilibri disfunzionali per noi, ci aiuta a lasciar andare quella “pelle” che ci sta limitando: è un passaggio difficile, doloroso appunto, ma dall’altra parte c’è l’entusiasmo di una nuova vita, di nuove opportunità, di grandi realizzazioni.

Dall’altra parte della morte, c’è la Rinascita.

Fluire con la vita

Questo è il senso profondo della Pasqua: danzare e fluire con la vita.

Arrenderci alla vita e accettare il ciclo naturale di morti e rinascite che affrontiamo innumerevoli volte nell’arco della nostra esistenza.

D’altra parte anche la Natura lo fa continuamente: l’infinito susseguirsi delle stagioni, la capacità dell’ambiente di trasformare ogni essere vivente in nuova vita.

E noi, in quanto esseri umani, siamo parte di tutto questo: perché per noi dovrebbe essere diverso?

Perché opporci alla trasformazione che è insista nella nostra stessa natura?

La Pasqua può essere l’occasione per ricordarci tutto questo: può rappresentare il momento giusto per compiere la scelta profonda di lasciarci andare alla vita.

Vita e Morte, Morte e Vita, non sono antitesi l’una dell’altra: sono complementari e indispensabili l’una all’altra.

Il mio augurio per te, per questa Pasqua è di smettere di avere paura di tutto questo, per riuscire ad accogliere la Vita e la Rinascita, in tutta la loro potenza.

Cosa dovresti lasciar andare per rinascere in questo momento della tua vita?

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