Sogni polverosi e dove trovarli

sogni e insoddisfazione

Eleonora è una ragazza a metà tra i trenta e quaranta, in quell’età in cui il mondo si aspetta che tu abbia già realizzato le cose che contano: un lavoro sicuro, una famiglia, un figlio. Meglio due.

Lei invece ha appena chiuso la storia più importante della sua vita, l’hanno lasciata a casa dal lavoro e la cosa peggiore e che non sa da che parte girarsi.

Ha studiato economia, come volevano i suoi genitori, ha fatto pratica per anni, si è creata una posizione. Ma gli studi di consulenza della sua città sembrano tutti pieni e non riesce a introdursi di nuovo nel mercato. Ha provato anche la via da freelance ma sente un vuoto dentro che non le permette di concentrarsi: troppi pensieri, troppe emozioni, troppa confusione.

Che poi, ogni tanto si chiede, le piaceva davvero così tanto? La mattina, quando entrava in studio, girava la chiave nella toppa, il suo volto diventava scuro e il respiro si chiudeva sempre di più.

E il mondo attorno non l’aiuta di certo: la famiglia che le chiede quando si sistemerà, perché il tempo scorre e non perdona.

L’unico luogo in cui si sente al sicuro e se stessa è la palestra. Lì si sfoga, non ha paura, si diverte e per qualche breve ora lascia tutto il mondo fuori. Lì è se stessa senza riserve.

Peccato che sia solo un hobby. Peccato che non possa vivere in quell’ambiente tutto il giorno, tutti i giorni. Peccato davvero. 

Perché, si sa, il lavoro è una cosa seria che deve dare una posizione sicura. 

Perché ormai è grande, è tardi per farsi domande: la sua dovrebbe essere l’età delle risposte.

E allora perché lei non riesce neanche a farsi le domande giuste?

Poi un giorno, stufa del solito umore storto e della frustrazione decide di cambiare musica.

Inizia un percorso con se stessa: respira via tutta la rabbia e la tristezza. Ci dà dentro di brutto.

Scrive, dà ascolto alle sue esigenze, alle voci che le rimbalzano in testa… non solo quelle che le danno contro ma anche a quelle che la portano più vicina a se stessa, alle sue aspirazioni, a ciò che la fa stare bene, viva, intera. 

E così, quasi per gioco, per staccare la mente e dedicarsi del tempo, segue un percorso professionalizzante nel suo ambito preferito: il personal training sportivo.

Dopotutto ha dedicato tutta la vita alla danza, si allena con costanza da quando ha memoria, forse le farà bene. 

E poi è un’idea che le è scoppiata nella pancia durante un giorno allegro. 

E per tutto il corso sta bene, come sempre in palestra.

È l’inizio di qualcosa. È il dubbio che si insinua. E se…?

Ogni viaggio inizia con un passo. Di solito si pensa di dover andare lontano e invece il passo è verso noi stessi. Più ti avvicini a te stessa, attraversando le barriere che ti avevano avvolta per proteggere la tua fragilità e meglio starai.

Andiamo per il mondo cercando chissà quali tesori, ma il vero tesoro ce l’abbiamo sempre con noi, nella pancia, avvolto e nascosto dalle emozioni che non vogliamo sentire, coperto dalle paure, dai dubbi.

Il percorso che vale una vita è proprio quello che ci porta a scoprire quel tesoro, ad aprire il forziere delle risposte e ad armarlo del coraggio della possibilità e della realizzazione.

Ed Eleonora?

È passato poco più di un anno da quel giorno e oggi lavora come personal trainer in uno studio prestigioso della sua città. È libera e si sta costruendo il lavoro a modo suo, seguendo le sue aspirazioni e ciò che le piace più fare. E il mercato risponde: dal primo cliente la sua attività non ha mai smesso di crescere.

Ha creatività, voglia di fare, di dare. 

Si diverte ad andare a lavorare, quel vuoto non c’è più. 

La vita non è perfetta, come niente nel mondo, ma sa che può lavorarci su. 

Ha voglia di continuare a formarsi, di esplorare. Le piace stare con le persone, vederle cambiare… e sentirsi più a loro agio con il loro corpo e il loro aspetto.

Quando gira la chiave nella toppa dello studio dentro sorride.

Eleonora ha trasformato una difficoltà in una opportunità, nell’occasione di realizzare il sogno di una vita. Che era talmente inespresso che non ricordava neanche in quale cassetto fosse nascosto.

Lei, la sua voglia di mettersi in discussione, di non arrendersi mi hanno insegnato molto. 

E spero che insegnino qualcosa anche a te, che magari hai un’idea nascosta in un angolo della tua mente e pensi che sia solo un sogno da bambina.

Non ti dico che sarà facile realizzarla, ci sarà da sporcarsi le mani, osservare le paure, fare cose che magari non hai tanta voglia di fare lì per lì, ma ne varrà la pena.

Parola di Eleonora.

Qual è il tuo progetto inconfessabile?

(Tutte le storie che racconto sono tratte da vita vissuta e condivisa nel mio studio, ma i nomi, i luoghi e i dettagli sono diversi… perché io amo la vostra privacy!).

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